In volo sulle linee di Nazca… falsa partenza!
Per anni ho letto fumetti che parlavano di Nazca, visto documentari più o meno scientifici o misteriosi che sovrapponevano ipotesi su ipotesi riguardo queste linee tracciate nel terreno… e finalmente mi trovo sulla lingua di asfalto antistante il piccolo aeroporto di questa città, sperando che il vento si calmi sulla pianura brulla e rossastra sul quale è costruito. Sembra di stare su un altro pianeta, mentre aspettiamo per tutto il pomeriggio che ci dicano se possiamo effettuare il sorvolo, sapendo però già che non si farà. Nel piccolo aeroporto ci spiegano che quasi tutti i pomeriggi il vento aumenta e rende impossibile il volo sulle linee di Nazca.
In volo sulle linee di Nazca, ma stavolta per davvero!
Ci riproviamo con maggior successo il mattino seguente. Per prima cosa bisogna fare la “pesata”. I passeggeri infatti vengono sistemati in aerei da 4 o da 12 posti, e sono distribuiti all’interno dei velivoli a seconda del peso. Tutti hanno il posto sul finestrino, per poter godere dello spettacolo delle linee. A digiuno, come da consiglio (preziosissimo!) delle guide, 120 dollari alla mano (questo è il prezzo del sorvolo), saliamo su un piccolo aeroplano armati di macchine fotografiche e videocamere.
Il sorvolo: una delle esperienze peggiori della mia vita
Una esperienza terribile… ma che sono contento di aver fatto! Sono salito sul velivolo a stomaco vuoto e sono sceso a stomaco… vuotissimo! Già dopo pochi minuti ho iniziato a sentire una strana sensazione di vago malessere, che dopo due o tre minuti si è trasformato in panico totale. Non per la paura di volare, quanto per il fatto che ho avuto la netta sensazione che il sangue si ritirasse dagli arti in blocco. Un formicolio fortissimo ha colpito le mani e le gambe fino all’altezza del ginocchio. Il mio stomaco si è letteralmente rovesciato all’esterno del mio corpo, mentre l’aereo compiva le sue continue evoluzioni per consentire a tutti i passeggeri di vedere le figure. Una virata a sinistra, una virata a destra. Un pendolo continuo al quale non ho potuto resistere.
Alla fine del sorvolo
In ogni caso, per quanto sia stata una esperienza molto impegnativa dal punto di vista fisico (anche se molti altri passeggeri se la sono goduta e basta), il sorvolo consente la vista dall’alto dei geoglifi, che si vedono in maniera perfetta. Ho visto tutte le figure in modo molto chiaro, e ho scattato delle foto che non sono certo all’altezza dell’esperienza. A dire il vero a prima vista sembravano foto di un sorvolo generico. Ho corretto l’esposizione con shotwell, un programmino di gestione foto per Linux, e impostando un bianco e nero sono comparse magicamente le figure di Nazca. Alcune delle foto le ho chieste in prestito alla mia gentile compagna di vita e di viaggio.
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