Ma che domanda è “Come si prepara un tè?”
Negli ultimi anni la domanda “come si prepara un tè?” Mi ha perseguitato spesso. È una di quelle cose delle quali non ci si preoccupa mai abbastanza, perché come si prepara un tè lo sa anche un bambino. Basta far bollire l’acqua, versarla in una mug e buttarci dentro una bustina. Dopo qualche minuto (preferibilmente quelli indicati nella confezione) bisogna togliere la bustina, aggiungere dello zucchero e spremerci dentro qualche goccia di limone! Come direbbero a Roma: “che ce vó?”.
In realtà la situazione non è così semplice. Questo approccio qualunquista è inaccettabile per chi vive una vita fatta di problemi inventati e cerca sempre il pelo nell’uovo come faccio io!
Con la scoperta delle differenti tipologie di tè infatti la cosa più semplice del Mondo ha iniziato a complicarsi.
Differenti tipologie di tè?
Si. Da bambino a colazione bevevo soltanto il latte, tranne in alcune rare occasioni. Credevo che il tè nascesse direttamente dentro le bustine e venisse giusto impacchettato dal signor Lipton o da tal Ceylon… ma crescendo ho scoperto che non era affatto così!
La scoperta è avvenuta accidentalmente: una bustina lasciata in ammollo molto a lungo e strappata ha rivelato il suo contenuto, una sorta di polvere nera umida e vagamente profumata. Avrei dovuto indagare? Forse si. Ma in realtà la mia indole indolente non si è affatto preoccupata e ha tenuto questa informazione nel cassetto fino al 2014.
Annoiato nella hall di un hotel cambogiano
Siamo nella hall di un hotel a Siem Reap. Il nostro tour del Vietnam e della Cambogia si è di fatto concluso con la visita ad una delle meraviglie del mondo moderno, Angkor Wat. Stiamo attendendo che arrivi l’auto che ci porterà in aeroporto per volare verso Bangkok, dopo aver lasciato le nostre stanze alle 12:30. Ma l’aereo è alle 18:30 circa e quindi siamo tutti fermi nella hall a cazzeggiare. Dalla reception, gentilissimi, ci fanno servire un tè. Si tratta di un Oolong. Nome mai sentito prima. Li per li immagino sia qualcosa di tipicamente cambogiano. Niente zucchero, niente limone. Vabbè, lo bevo lo stesso. E rimango folgorato! Nonostante manchino due componenti che avevo ritenuto fondamentali per dare sapore ai te che avevo bevuto fino a quel momento, quel tè si rivela ottimo! Come è possibile?!? Stavolta devo indagare davvero!
Come si prepara un tè? – Indagine veloce
L’indagine si conclude in pochi minuti. Mi basta mostrarmi stupito, e la mia compagna mi dice “ma scusa, non sapevi che esistono moltissimi tipi di tè?!”. È una disfatta. Non lo sapevo davvero! Che asino… eppure anche in bustina mi sarà capitato di bere qualcosa di decente! O forse no?!
No! (o temo di no!)
Ecco come nasce il mio viaggio dentro la fascinazione (dipendenza?!) da questa bevanda!
In tutto questo: “come si prepara un tè?” Sarò onesto: forse ancora non lo so. Personalmente faccio scaldare l’acqua alla temperatura corretta in base alla tipologia (termometro alla mano), metto le foglie (addio o quasi alle bustine) dentro un filtro di acciaio dopo averle pesate, metto tutto nella mia mug e ci verso sopra l’acqua. Scatta il cronometro. Finito il tempo rimuovo il filtro, attendo che si raffreddi un po’. A volte aggiungo una punta di cucchiaino di miele, più spesso neppure quella. Il limone lo conservo per la frittura di pesce.
Se volete sapere però come lo preparano i professionisti, vi lascio il link ad alcuni video!
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