Risveglio a Bogotà!
La sveglia è impostata per le 8:00 in questo risveglio a Bogotà, anche se l’appuntamento col gruppo è alle 10 (mai avuto un appuntamento così tardi!). In ogni caso ci svegliamo prima della sveglia, e andiamo a fare colazione alle 7:30. Non mi sorprende trovare tutti i compagni di viaggio già nella sala della colazione. Si vede subito che sono tutti (o quasi) viaggiatori esperti e senza dubbio persone in gamba. Il mix perfetto per viaggiare bene! Non scatto foto della colazione come faccio di solito. Sono abbastanza affamato, credo per via del fuso orario.
I dintorni dell’hotel
Con del tempo a disposizione, decidiamo di lanciarci alla scoperta dei dintorni dell’hotel. A pochi passi c’è il bellissimo Parque93, una vera oasi di verde in questo quartiere residenziale ricco di negozietti, palestre, farmacie. Il parco è frequentato fin da queste prime ore del mattino da gente che passeggia e fa sport.
Prime impressioni su Bogotà
Saliamo su un minibus a 9 posti, simile a quello che la notte prima ci ha condotti dall’aeroporto fino all’hotel, e prendiamo una strada in salita, verso la bellissima circonvallazione di Bogotà, incastonata sotto una corona di montagne. Dai finestroni del nostro mezzo possiamo apprezzare la bellezza delle case, dei palazzi e il panorama sulla città sottostante.
La toponomastica della città si rivela semplice: se imbocchi una calle significa che quella strada procede verso la montagna. Se si tratta di una carrera, allora significa che sei su una strada parallela alla linea delle montagne. E in una carrera vediamo tantissima gente che fa sport. La domenica qui è così: pedonale, e le strade sono dedicate agli sportivi. Ci piace!
La verde Bogotà
Non mi aspettavo che Bogotà fosse così verde! Gli alberi sono spettacolari. Ci sono ampie zone verdi sotto le montagne, ma anche le case sono arricchite da bei giardini di tutte le dimensioni. È una cosa che apprezzo molto. Lungo la strada vediamo anche alcune università, e attraversiamo un grande parco.
Il nostro primo obiettivo è il Museo dell’oro. Poco prima di raggiungerlo, lungo le strade limitrofe, possiamo ammirare un ampio mercatino delle pulci che si svolge a bordo strada, sui marciapiedi. Venditori e acquirenti sono esclusivamente colombiani.
Il Museo dell’Oro
La piazza davanti al museo è molto viva, piena di gente. Ci sono alcune bancarelle, e dei venditori di hormigas culonas, una delle particolarità culinarie (forse più una curiosità per turisti che un vero e proprio cibo tipico) e di succo di canna da zucchero. Alcuni ragazzi fanno skate.
Oggi il Museo dell’oro è particolarmente affollato perché è domenica e quindi l’ingresso è gratuito. Si tratta di un viaggio fra le opere dei diversi popoli della Colombia, attraverso i loro oggetti d’oro e manufatti di vario genere. O almeno quelli che hanno lasciato gli spagnoli. È una ricchezza incredibile quella che si svela al nostro sguardo. Non solo ricchezza materiale, ma sopratutto ricchezza di popoli, culture, tradizioni e storia, spazzate via, o comunque messe in gravissimo pericolo, da secoli di feroce dominazione spagnola. È davvero assurdo pensare a quanta diversità abbiamo distrutto nei secoli. A quante sfumature di colore abbia perso la canzone che descrive il nostro Mondo con la distruzione di questi punti di vista particolarissimi.
Le sale di questo museo ci restituiscono un quadro dettagliato di tutte queste culture, in un crescendo che trova il suo culmine in una sala buia, che si illumina progressivamente fino a farci credere quasi di esser finiti nel calderone di un antico Dio che fonde oro. La vista ci si abbaglia di giallo, quasi come fossimo al centro del big bang che ha distrutto queste antiche civiltà. Uno spettacolo crudelmente magnifico.
Nel centro storico di Bogotà!
Usciti dal museo, acquisto un pacchetto di formiche culone, perché sono davvero curioso di mangiarle. Sono buone e scrocchiarelle, decisamente meglio dei grilli che ho mangiato in Birmania.
Vicino al museo si trova la bellissima Chiesa di San Francesco. Purtroppo al suo interno è vietato fotografare. È un peccato, perché avrei scattato mille foto solo dell’altare maggiore. Mi accontento di scattare alcune foto della facciata, includendo l’imponente torre del campanile.
Scatto invece alcune foto all’interno della Chiesa Templo la Candelaria. Anche questa è una chiesa semplice ma affascinante allo stesso tempo. La troviamo quasi per caso, andando a vedere una di quelle cose che mi rimarranno dentro per sempre.
Risveglio a Bogotà: Museo Botero
La struttura che ospita il Museo Botero è su due piani. Al pian terreno un giardino centrale con fontana, intorno tutte sale con opere. E anche al primo piano tantissime opere. È una commovente immersione nella mente di un genio assoluto. Botero è uno di quei pittori che ho sempre ammirato “genericamente”, ma solo ora che ho la possibilità di ammirare le sue opere così da vicino, e così tante, riesco a capire davvero. Si tratta di un museo moderno (anche se la struttura credo sia storica), quindi le luci non disturbano la vista delle opere.
La collezione nasce nel 2000 grazie ad una imponente donazione da parte dello stesso artista. Oltre ai numerosi quadri è possibile ammirare anche delle sculture. Al suo interno sono ospitate anche opere di Picasso, Dalí, Monet, Renoir, Chagall, Matisse, Miró, Giacometti, e molti altri. Ciliegina sulla torta: per volere di Botero l’ingresso è gratuito. L’Arte appartiene a tutti, e tutti ne devono poter godere.
Terminata la visita al museo, passeggiamo per le strade di Bogotà, sotto un cielo carico di nuvole, per ammirare l’architettura coloniale. Le strade sono disposte in modo molto logico, tutte linee rette che si intersecano. Ciò che però non emerge mai dalle mappe è il fatto che si tratta di discese e salite, a volte con pendenze pronunciate. Ci piace però camminare in queste strade, ora strette ora larghissime. Le case sono spesso in disuso, e si notano i segni del tempo. Ma la città è davvero bella, ricca di un fascino unico.
Verso la Cattedrale
Raggiungiamo la Cattedrale di Bogotà, un imponente edificio in stile neoclassico, interessante ma non straordinario. Colpisce la devozione dei colombiani. davvero toccante.
La piazza davanti alla cattedrale è affollatissima. In generale però in tutte le strade c’è davvero tanta gente e si vende cibo e vestiti. Tantissimi poi artisti di strada: ballerini, cantanti stonati e supereroi che attirano la curiosità dei bambini. C’è persino un ragazzo che compone poesie in cambio di una offerta con una vecchia macchina da scrivere.
Camminando
Facciamo una lunga camminata per le vie del centro, sperando di visitare un museo che purtroppo troviamo chiuso. Prendiamo quindi la lunga salita che porta alla piazzetta dove è nata Bogotà. Lungo la strada incrociamo una serie di murales molto colorati e particolari. Saranno solo i primi di una infinita serie qui in Colombia. La piazzetta Bolivar è un vivace quadrato pieno di giovani che vendono delle bevande profumatissime e super colorate che chiamano chicha, anche se credo non abbiano nulla a che fare con la bevanda fermentata peruviana.
Pranzo e ritorno
Pranziamo in un piccolo ristorante a due piani, nel caldissimo soppalco. Ordino la famosa bandeja paisa: un vassoio nel quale sono disposti un uovo fritto, un platano fritto, della carne di manzo grigliata, della pancetta di maiale, salsiccia, fagioli, una arepa di mais, del riso abbondante, delle fette di avocado e una salsa chiamato hagao a base di pomodoro e cipolla. Ovviamente innaffio il tutto con una “Club Colombia”. Pranzo devastante, ma dopo questa lunga camminata ci sta tutto. Peraltro è buonissimo!
Dopo pranzo torniamo a girovagare per le vie del centro, visitando di nuovo la chiesa di San Francesco.
Passeggiamo senza una precisa meta, finché alle 18 circa il centro della città si trasforma. Le strade di colpo perdono quel fascino da passeggiata domenicale per famiglie e si affollano di personaggi dagli occhi persi, dall’apparenza poco raccomandabile. Preferiamo tornare nella zona dell’hotel.
Risveglio a Bogotà: Fine serata
Prendiamo un taxi. Durante la lunga corsa chiacchiero in uno spagnolo improbabile con l’autista. Discutiamo della finale di intercontinentale tra Milan e Nacional de Medellin. La corsa dura abbastanza per parlare anche di molto altro, e in particolare del suo progetto di andare a vivere in Canada.
Arrivati in hotel decidiamo di fare una passeggiata in zona, e finiamo in un pub birreria, dove bevo un paio di ottime birre prodotte in loco.