Arequipa: Viaggio al termine della notte – Come siamo arrivati fin qui!
Raggiungere Arequipa è stata un’avventura. Un viaggio al termine della notte.
Ci sono alcune città tra quelle che ho visitato durante i miei viaggi che mi sono rimaste nel cuore più di altre. Ci sono città che hanno un’anima e che ad ogni sguardo comunicano una storia, un sentimento, un emozione. Arequipa è chiaramente una di queste.
Arriviamo ad Arequipa in notturna, dopo un viaggio siderale da Paracas, durato circa 12 ore (quanto il viaggio aereo da Madrid a Lima per intenderci) nelle quali abbiamo attraversato delle peruviane lande desolate quanto affascinanti.
Arequipa: Viaggio al termine della notte – Primo impatto con la città
Il primo impatto con la città è quello giusto: è notte, dei musicisti suonano per strada, un folto gruppo di ragazzi sparsi lungo una bella via li ascolta, e una ragazza accenna qualche passo di danza. Arequipa mi ha lasciato questo ricordo. Una città giovane, musicale, alternativa e orgogliosa.
Arequipa è una magnifica città!
Il primo vero incontro con la città ovviamente avviene la mattina seguente, perché dopo tante ore di pullman l’unica idea è quella di rilassarsi in camera e stendere le membra rattrappite.
La Cattedrale di Arequipa
Il nostro hotel, il Casa Andina Select, affaccia sulla piazza principale, accanto alla Cattedrale. La mattinata è tersa, e nella piazza si svolge una festa con parata dei corpi militari della città. Tutto è colorato, l’aria è piena di musica e la gente pare felice. Il clima è incredibilmente secco e gradevolmente caldo. La cattedrale e una chiesa che si trova nei pressi meritano una visita perché sono l’emblema del sincretismo artistico e religioso del Perù. La prima presenta una facciata imponente, caratterizzata da due torri massicce e un intricato lavoro in pietra bianca vulcanica, noto come sillar. Lo stile architettonico, un misto tra barocco e rinascimentale, è figlio dei molti anni che sono stati necessari per portare a termine l’opera.
L’interno non riflette la maestosa mole esterna: sembra di stare in una grande chiesa, nella quale godere della particolare spiritualità cattolica andina, al cospetto di statue della Vergine molto peculiari.
i vestiti della statue sacre in Sud America sono magnifici
Arequipa: Viaggio al termine della notte – Le altre perle del centro storico
Altra perla del centro storico di Arequipa è il Tempio della Compagnia di Gesù, a poca distanza dalla Cattedrale. È uno dei migliori esempi del barocco coloniale spagnolo. La facciata è ricca di decori sulla pietra vulcanica bianca tipica della zona di Arequipa. Sono presenti figure religiose, motivi floreali e simboli della Compagnia di Gesù.
All’interno si possono apprezzare gli altari realizzati in legno intagliato e dorato. Alle pareti dipinti sacri e opere d’arte religiosa. In uno dei dipinti in particolare colpisce la presenza in una tavola imbandita di un piatto molto tipico: il cuy (porcellino d’India arrosto).
Notevole anche il chiostro “doppio”. Nel primo una serie di colonne massicce che ridefiniscono il concetto degli aggettivi “elaborato” e “barocco”. Al centro una bella fontana con zampillo (oggi spento). Superate queste si ha accesso ad un secondo chiostro più piccolo, con colonne più spartane, come la piccola fontana anche in questo caso posta al centro. Sotto i portici di entrambe queste piazzette sono presenti dei negozi di abbigliamento realizzato con le lane tipiche della zona (alpaca, lama e guanaco)
In quella che ormai è diventata una calda mattinata arequipeña ho la possibilità di assaggiare il queso helado, una sorta di gelato tipico che vi consiglio vivamente di provare.
La Casa de la Cultura
Prima di pranzo visitiamo anche la Casa della Cultura, all’interno della quale sono presentate mostre d’arte, esposizioni storiche, fotografie e altre opere culturali. Non ci è stato concesso di fare foto all’interno, e in particolare ci è stato vietato in modo molto fermo di scattare foto nella sala che contiene il corpo congelato della mummia Juanita.
Juanita era una adolescente di circa 15 anni, che viveva nella zona di Arequipa circa 500 anni fa, che venne sacrificata agli Dei dopo esser stata (verosimilmente) drogata e condotta sul vulcano Ampato a 6500 metri, e lasciata morire di ipotermia e asfissia. La vediamo in un cubo verdastro di vetro spesso e ghiaccio, ancora rannicchiata coi suoi vestiti e i suoi bei capelli lunghi. Provo compassione per questa povera vittima sacrificale.
Usciamo dalla struttura e questo mesto sentimento evapora alla luce del bel sole arequipeño.
A pranzo, in uno dei ristorantini vicini alla piazza bevo delle ottime birre craft locali (in particolare una IPA che meritava il bis che ho prontamente fatto). In una via parallela alla piazza poi si svolge una sorta di mercatino alternativo, con ragazzi che suonano e vendono braccialetti e altri piccoli souvenir. E in effetti una città popolata di musicisti di strada, ricca di negozietti e di ristoranti dove si mangia ottimamente.
Il Monastero di Santa Catalina
Entriamo nel Monastero di Santa Catalina. È davvero sconfinato. Lungo le sue vie coloratissime ci si può facilmente perdere. La rete di strade, piazze e cortili interni crea a tutti gli effetti un villaggio all’interno di mura che lo riparano dal caos della vita mondana. Tutte le abitazioni hanno finestrelle ornate con piante e fiori. Le fontane, a volte con forma di piccoli ruscelli artificiali che servivano per lavare i panni, creano un ambiente tranquillo e sereno.
Salendo delle scalette possiamo ammirare tre vulcani che svettano col loro pennacchio fumante attorno alla città.
Cena allo Zig Zag
A cena cerchiamo un locale specifico, consigliato dalle guide. Si tratta dello Zig Zag, dove ho mangiato una trilogia di carni ottime, annaffiato da abbondante birra arequipeña.
Piccole note a margine: Gli abitanti di Arequipa sono nazionalisti (altra cosa che mi fa stimare la citta), e sostengono di non essere peruviani ma di Arequipa, tanto che nei negozi oltre alle classiche toppe con la bandiera del Perù troverete con grande facilità la bandiera di Arequipa.
Seconda nota: In Perù c’è una rivalità tra la birra di Cusco (la Cusqeña) e quella di Arequipa (la già citata Arequipeña). Non mostrano grandi differenze, ma se dovete provarle sappiate che la arequipeña la troverete in pratica solo qui nella città eponima, mentre la Cusqeña si trova anche nella più sperduta rivendita di carabattole al confine estremo del Perù. Se volete provarla quindi non esitate!