La giornata a Jaipur sarà davvero intensa. La città rosa dell’India, capitale del Rajastan è palesemente la più grande città che abbiamo visitato finora, ed è davvero ricca di punti di interesse storico, architettonico e religioso, sia dentro il suo tessuto urbano che nei dintorni. Con un bel ritmo serrato, cerchiamo di “aggredire” le bellezze di questa città.
Inizia la giornata a Jaipur: Galta Ji Temple
Il primo luogo che visitiamo è il Galta Ji Temple, detto anche “tempio delle scimmie”. Non ci è difficile capire il perché. Fin dal parcheggio infatti si avvicinano, da sole o in gruppi più o meno grandi per chiedere cibo (in particolare noccioline, che troviamo in vendita all’ingresso del tempio).
Il complesso di templi (è più giusto chiamarlo così) è incastonato in una fenditura posta tra due alte colline, una sorta di canyon stretto, lungo il quale scorre una ricca vena d’acqua, che si espande in una serie successiva di invasi artificiali posti uno a valle dell’altro presso i quali i fedeli fanno le loro abluzioni in un clima rispettoso ma festante. La piscina principale, nota come “Galta Kund” o “Surya Kund”, è considerata particolarmente sacra.
Seguendo una scala che si inerpica lungo il fianco destro delle piscine, si sale verso la cima della collina. Lungo le scale siedono incantatori di serpenti e musicisti. Scimmiette corrono su e giù cercando di arraffare qualcosa, e mentre noi saliamo una mucca sacra scende le scale senza troppo riguardo per noi poveri viaggiatori. È un luogo davvero incantato. La quintessenza di ciò che ci si aspetta di vedere in India.
Torniamo sui nostri passi, stavolta discendendo le scale, e ci fermiamo per qualche minuto a fotografare le scimmie, che sono considerate sacre (pare siano discendenti di Re Galav, un saggio venerato nell’induismo)
Rientriamo a Jaipur
Rientriamo a Jaipur, e ci colpisce subito una stranezza. Le strade, almeno quelle principali, sono completamente pulite. Non possiamo che notarlo, perchè il contrasto con quanto visto nei giorni precedenti è palese. Poco più avanti, ai bordi di queste strade pulitissime, una lunghissima fila di bambini e ragazzini festanti, con delle bandierine in mano costeggiano tutto un percorso.
Proprio oggi Narendra Modi, adorato primo ministro dell’India, sarà a Jaipur per un vertice internazionale del quale scorgiamo anche le pubblicità. La presenza della polizia si fa via via più pressante man mano che si va verso il centro. In ogni caso quando ci fermiamo ci rendiamo conto che le strade secondarie sono state vittime della pulizia di quelle principali. Tutta la spazzatura è stato spostata, creando dei mucchi di residui, organici o meno che siano. Però percorrere queste belle strade, completamente pulite e senza la solita folla di mercanti e persone ci consente di godere della bellezza cromatica della città rosa. È una delle immagini di Jaipur che più ci piace.
La nostra giornata a Jaipur continua: il Jantar Mantar
Nel momento più caldo e soleggiato della giornata ci troviamo al Jantar Mantar, un osservatorio astronomico davvero folle. Si tratta di una serie di strutture spesso molto grandi, a volte più piccole, che servono per misurare la posizione delle stelle, il movimento dei pianeti e che pare misurino con estrema precisione il trascorrere del tempo. È qui che abbiamo la possibilità di ammirare il Samrat Yantra, che dicono essere l’orologio a quadrante rettangolare più grande del mondo.
Il complesso è davvero interessante, anche se ad essere onesti, un pò mi ricorda quelle strutture costruite nelle periferie delle nostre città, destinate ad uso pubblico ma abbandonate all’incuria. Ma è un’impressione del tutto personale, che non vorrei togliesse troppo fascino a quello che è un patrimonio dell’umanità UNESCO.
City Palace Jaipur
Terza tappa di giornata è il City Palace. Siamo in pratica al centro di Jaipur. È una struttura composita del diciottesimo secolo, nel classico stile rajput (con influenze mughal ma anche europee, molto evidenti) davvero imponente, di un immersivo colore rosa, che sembrerebbe senza fine. Infatti trascorriamo delle ore all’interno delle corti e dei palazzi che la compongono. In questi palazzi (nel Chandra Mahal) risiedeva (o riesiede??) il Maharaja della città. Nelle diverse strutture è possibile trovare un museo con i suoi abiti e le sue armi, ma anche esposizioni di gioielli e tessuti di una ricchezza favolosa. Rimango ammirato da un enorme recipiente in metallo, che se ben ricordo servì per trasportare l’acqua in un lungo viaggio del maharaja in Europa.
Mentre camminiamo per le corti del City Palace sentiamo una musica ipnotica. Cerchiamo di individuarne la fonte, seguendo il suono. Saliamo delle scale, percorriamo un lungo e stretto corridoio. In una piccola stanza con delle finestre che affacciano sui cortili, immersi nel caldo più torrido, due musicisti suonano i loro motivi incuranti del fatto che qualcuno li ascolti o meno. Uno suona un tamburo, l’altro lo shanai (uno strumento simile ad un flauto svasato). Sono bravissimi. Li fotografo, e registro il suono.
Un’esperienza da evitare: Viaggio a dorso degli elefanti
Questa parte della giornata ha determinato in noi una scelta che portiamo avanti con convinzione ancora oggi. L’ingresso all’Amber Fort, un forte massiccio realizzato in arenaria gialla e marmo bianco costruito sulle colline Aravalli, sarebbe dovuto essere scenografico. Avremmo dovuto infatti percorrere la salita a dorso di elefanti, ma la presenza del Primo Ministro impedisce per motivi di sicurezza questa scalata. Avendo però pagato il servizio, ci viene proposta una passeggiata a dorso di elefante nel terreno intorno alle scuderie dove queste povere bestie vengono ricoverate. Si è trattata di una delle esperienze più faticose, scomode e brutte che abbiamo mai fatto. Nessun animale dovrebbe essere sfruttato per trasportare turisti. Noi non saliremo mai più a dorso di nessun animale, elefanti, cammelli o cavalli che siano.
Amber Fort di Jaipur
Scaliamo la collina verso l’Amber Fort seduti scomodamente nel cassone coperto di una jeep, sballottolati per circa 5 minuti. All’ingresso noto quella che mi sembra una sorta di guardia armata con fucile, seduta. Si rivela in realtà essere un suonatore di sitar! Entrati dentro il forte, costituito da una serie di strutture racchiuse in imponenti mura, ammiriamo le colline coronate da una lunga muraglia, che mi impressiona decisamente. Penso a che spettacolo possa essere vedere la grande muraglia cinese, se questa mi colpisce così!
I palazzi più importanti all’interno del forte sono il Diwan-i-Aam, nel quale si tenevano le udienze pubbliche, e il DIwan-i-Khas nel quale si tenevano le udienze private. L’assonanza con la parola italiana “divano” non è casuale. L’etimologia è la stessa. Se volete potete andare a leggerla qui.
La vera magia però scatta quando entriamo nel palazzo degli specchi, dove la follia del genio indiano si scatena a livelli superiori. Tutte le superfici sono incastonate di specchi e l’ambiente si riempie di luci di mille colori. Sembra di stare dentro un gioiello. Magnifici anche i giardini e il panorama su un isola artificiale posta in un lago immediatamente a valle del forte, adibita a giardino (il Kesar Kyari Garden) nel 1600 circa. Pare che questo giardino sia stato realizzato perchè le donne dell’harem potevano vederlo, e godere di questa bella vista, dai loro appartamenti senza essere viste da estranei.
Al termine della nostra giornata a Jaipur visitiamo il Kishanpole Bazar
Dopo pranzo ci avventuriamo nel Kishanpole Bazar, un vivace mercato nella parte più centrale di Jaipur. Sotto questi portici, lungo queste vie e viuzze, si può trovare davvero di tutto, dal cibo all’artigianato: fiori, timbri, stampe, ricami, specchi. Ma anche ogni tipologia di servizi, gioielli e street food. Camminando, e cercando di non farci notare, scattiamo foto a chi vende e acquista. Si vedono scene di altri tempi, cosa che ho sentito raccontare dai miei nonni e che qui posso vedere materializzarsi come in un tunnel spazio temporale. I chiodi venduti a peso, le materie prime, le trattative. Sembra di stare in un sogno molto colorato, fatto di donne velate che acquistano manufatti in ottone e rame. E fiori coloratissimi, a perdita d’occhio, destinati alle divinità.
Il lato oscuro di Jaipur
In questa bellissima città però ci succede una delle cose più antipatiche che ci siano capitate in India. Mentre giriamo per queste belle strade, entriamo in un negozio di magliette. Siamo interessati, e trattiamo il prezzo, come si fa normalmente. Quando giunge il momento di pagare, i negozianti (sono un gruppo di due o tre uomini) iniziano a urlare che le nostre rupie sono false, che se non paghiamo un prezzo molto più alto e in euro chiameranno la polizia per farci arrestare.
Attenzione alle truffe!
Non ci vedo più. Urlo anche io. Minaccio che sarò io a chiamare la polizia, che i soldi li ho cambiati in hotel e che qualcuno deve rispondere di quella truffa e del sopruso che questi venditori stanno mettendo in atto. A quel punto arriva il vero titolare del negozio che mi ferma mentre mi accingo a chiamare la polizia, e si scusa per l’accaduto. Una situazione davvero incresciosa e antipatica, che fortunatamente si è risolta nel migliore dei modi. In ogni caso: bisogna stare sempre attenti ai tentativi di truffa!
Hawa Mahal
In ogni caso il negozio si trova esattamente davanti all’Hawa Mahal, vera icona di Jaipur. Credo che ogni motore di ricerca la restituisca come prima immagine della città. Si tratta di una struttura alta, una sorta di mega facciata ricca di balconi e finestre che si susseguono in un bellissimo gioco verticale di alternanza di rosa (predominante) e bianco. La vediamo sia di giorno che di notte, quando viene illuminata e acquisisce ulteriore fascino. Non visitiamo però l’interno.
Torniamo in hotel
Torniamo in hotel, ceniamo e facciamo una passeggiata nel giardino interno, dove acquistiamo delle bellissime marionette. Ormai è notte. Non ci resta che riposare e prepararci per la prossima avventura indiana!
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