Una giornata in viaggio: Salutiamo Mandalay. Andiamo a Yandabo!
Sveglia tardi (le 7:30). Oggi salutiamo Mandalay. Andiamo a Yandabo in battello, nella Birmania centrale, navigando sul fiume Irrawaddy. Prima della partenza visitiamo velocemente un luogo sacro nel quale è conservato il libro più grande del mondo. Quando l’ho sentito definire così ho pensato ad un enorme librone di carta conservato in una sorta di hangar per aerei. Invece si tratta di un tempio- libro, chiamato Kuthodaw, formato da 730 piccole stupa che contengono delle lastre di marmo con delle iscrizioni che riproducono ognuna una pagina dei sacri testi del buddismo. Questo luogo sacro è particolarmente affollato da birmani, che vengono qui a grandi gruppi per pregare, anche se mi sembrano abbastanza disinteressati alla parte monumentale.
Kuthodaw, il libro più grande del Mondo!
Il luogo però è particolarmente scenografico per via di tutte queste cappellette bianche, e quindi scopriamo che viene usato come set per album matrimoniali. Scattiamo delle foto a una coppia di novelli sposi che posa lungo questi piccoli viottoli assolati. Davanti all’ingresso del complesso ragazzi e ragazzine vendono fiori da porgere alla divinità.
Verso il porto fluviale di Mandalay
Ci muoviamo alla volta del porto fluviale. Passiamo su una serie di passerelle in legno per prendere il nostro battello. Durante la nostra partenza l’uomo più bello della Birmania si mette in mostra lavandosi con un secchio e mandando in visibilio la quota rosa della nostra imbarcazione.
Navigazione verso Yandabo!
La navigazione è lunga e diventa un pò monocorde man mano che ci si allontana dalla città. Dopo un lungo tratto dove centinaia di stupa si affacciano dalle colline, passiamo ad un tratto di pianura dove solo gli alberi e le mucche fanno capolino sulle sponde. Le stupa di quando in quando fanno capolino, tetti dorati che salgono verso il cielo interrompendo una lunga striscia di vegetazione sulle sponde del fiume Irrawaddy. Questo imponente fiume marrone è la via di comunicazione più grande della Birmania. Tra le due sponde si allungano dei bellissimi ponti, che ci piace fotografare per interrompere la monotonia del viaggio.
Salutiamo Mandalay. Andiamo a Yandabo! – La navigazione sul fiume Irrawaddy.
In alternativa beviamo del tè verde e facciamo due chiacchiere in attesa della prossima meta, sentendo la guida che ci racconta alcuni aneddoti sulla Birmania. Riesco ad ascoltare un po’ di musica (i Mad Season).
Arrivo a Yandabo
Approdiamo in un bellissimo resort costituito da una quindicina di bungalow autonomi costruiti su palafitte, posto subito di lato all’omonimo villaggio di vasai. La stanza del nostro bungalow è imperiale. Letto bellissimo, tetto e pavimento in legno, tutto di design. Il bagno poi è strepitoso, con una doccia che potrebbe essere la più bella che io abbia mai visto (anche se preferisco il getto più potente). Unico difetto del bagno è che è caldissimo, pare di essere in una sauna. Se si tiene la porta del bagno aperta il condizionamento non riesce a raffreddare la stanza. Anche i prodotti per la cura della persona denotano attenzione per il cliente e voglia di viziarlo. Un bel premio dopo una giornata di viaggio insomma!
Offline al centro della Birmania
Il pranzo e la cena poi sono sopraffini, zero coriandolo e ottime idee. La struttura non mette a disposizione il Wi-Fi, per scelta. Siamo al centro della Birmania, in un luogo fatato. Non serve essere connessi a nient’altro che al momento che stiamo vivendo!
Il villaggio dei vasai
Il villaggio dei vasai è bellissimo e autentico. Realizzano i vasi non a favore di fotocamera, per i turisti, ma per l’esigenza di fare i vasi, dai quali ricavano circa 3000 dollari al mese (a nucleo familiare). I forni che realizzano sono temporanei, a forma di capanna, e vi cuociono 2500 vasi per volta. L’aria è pregna di un fortissimo odore di fumo che la rende irrespirabile nei pressi del forno e fastidiosa anche a grande distanza.
Volti birmani
Come gli altri birmani, anche gli abitanti di questo villaggio sono curiosi nei confronti del turista e gentili, ma è meglio fotografarli con discrezione e solo dopo aver familiarizzato almeno un pò. In questi villaggi hanno tutti il viso pittato con il giallo. I bambini piccoli in maniera pesante.
Notte buia, tante stelle
Torniamo al nostro hotel. Passiamo parte della serata sotto una limpida volta di stelle a chiacchierare, almeno finché non si alza un vento teso e fresco che ci convince a rientrare in stanza. Che magnifica sensazione di pace!