Partenza da Malpensa!
In un modo o nell’altro per noi non c’è viaggio che non parta all’alba. Solo che stavolta per andare a Bangkok partiamo direttamente da Malpensa. Per poterlo fare il giorno prima della partenza prendiamo l’ultimo volo da Alghero per Milano (un’oretta di volo, un’ora e mezza di attesa bagagli, alla faccia dell’efficienza meneghina). Dormiamo in un hotel a pochi chilometri dall’aeroporto, senza infamia e senza lode (anzi, più infamia, visto che lo sciacquone perde e alla reception la cosa non interessa).
Colazione in aeroporto, alla volta di Bangkok
Colazione in aeroporto, controlli di sicurezza, e siamo pronti ad imbarcarci per la nuova avventura in Asia: andiamo in Thailandia! Il nostro vettore stavolta è Etihad Airways. I sedili dell’aereo sono comodi e lo spazio per le gambe è più che accettabile. Il sistema di infotainment all’altezza di un volo intercontinentale, con una buona offerta di film e musica per chi non riesce a dormire (non è il mio caso, fortunatamente).
Scalo ad Abu Dhabi
L’unica cosa davvero scomoda è lo scalo ad Abu Dhabi. Preferisco i voli interminabili ma one shot, a quelli lunghi e pure doppi. Però che ci frega?? siamo in viaggio! L’aeroporto di Abu Dhabi poi è molto bello, e a leggere i cartelli sembra di essere sbarcati in un paradiso di cultura e uguaglianza. Almeno finché si sta qui dentro! Inoltre c’è un ottimo Wi-Fi gratuito, che ci consente di navigare in modo veloce, anche se abbiamo accettato una serie di condizioni scritte esclusivamente in arabo delle quali spero non ci pentiremo in futuro!
Ultimo volo verso la Thailandia e arrivo a Bangkok
Ripartiti alla volta di Bangkok, ci facciamo altre 6 ore di viaggio circa. All’arrivo saliamo su un bus che ci conduce in città. Conosciamo già queste strade, e non vediamo l’ora di poterle percorrere ancora una volta.
Lo Skyview Hotel di Bangkok
L’hotel è sinceramente fighissimo. Moderno, pulito e accogliente. O almeno è così fino alla hall. Non possiamo prendere possesso delle stanze perché siamo arrivati troppo presto. Poco male. Abbandoniamo le valigie alla reception e ci avventuriamo in una zona di Bangkok che la volta scorsa non abbiamo visitato: la magnifica Sukhumvit.
A spasso per Sukhumvit road
Siamo discretamente storditi per il doppio volo e dal jet lag. Facciamo una passeggiata lungo Sukhumvit road stupiti del fatto che l’aria, per quanto piena di smog come ogni volta che siamo stati in Asia (eccettuato il Giappone) sia secca! Non c’è la solita umidità del 200% che ti fa sudare già dopo mezzo passo, anzi, è gradevolissima, sembra di stare in un sogno.
Un te verde da Starbucks
Dopo la nostra camminata, durante la quale valutiamo già dove cenare, ci fermiamo in uno Starbucks per bere un tè. È una delle poche grosse catene dove mi trovo a mio agio, e che anzi cerco quando sono in viaggio. Il loro tè secondo me è ottimo. Provo il matcha latte caldo, e sono davvero soddisfatto.
Sul fiume Chao Phraya
L’hotel ci consegna la stanza a fine mattinata. Doccia velocissima perché dobbiamo entrare nel vivo del programma di viaggio.
Wat Arun Ratchawararam
Ci rechiamo verso un piccolo molo dal quale ci imbarchiamo su una lancia che ci conduce al Wat Arun Ratchawararam, il tempio dell’aurora. È un tempio in stile Khmer, davvero molto interessante da visitare. Tutti i nostri viaggi in Asia sono serviti a chiarirci che i templi in questo stile sono di certo i nostri preferiti. Il suono del gong continuo aiuta a immergersi in questa atmosfera mistica, anche se a suonarlo non sono i monaci ma una fila abbastanza lunga di visitatori, sia locali che turisti. Il sito è affollato il giusto, quindi riusciamo a godercelo nel modo migliore, nonostante io abbia l’impressione che in tutti i templi delle grandi città l’atmosfera religiosa sia sempre affiancata da troppo rumore, troppe offerte… e troppi turisti come noi. Ma stavolta un pò meno, e ne siamo felici!
In lancia lungo i canali navigabili di Bangkok
Torniamo alla lancia e navighiamo in canali ben più stretti del grande fiume. Per accedervi superiamo una chiusa affollata di imbarcazioni simili alla nostra, cariche di turisti. L’esperienza del superamento del dislivello acquatico tramite la chiusa è molto interessante, anche se ogni tanto, devo essere sincero, il sonno prende il sopravvento e ci addormentiamo per pochi secondi.
Vediamo il Buddha gigante dorato e diamo da mangiare ai pesci gatto che sono davvero voraci.
Ma le bestie più interessanti di questo “safari urbano” tra ville abbandonate e canali poco profumati sono senza dubbio i varani, che non avevo mai avuto modo di vedere prima e mi affascinano non poco.
Viaggiatori zombies!
Al limite della narcolessia torniamo in hotel e poi andiamo a mangiare in un centro commerciale poco distante.
Ordiniamo un pad thai fritto, molto buono e ben piccante. Torniamo in camera e sveniamo letteralmente. E domani si riparte prestissimo!
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