Verso le Isole Ballestas… anzi, no!
La giornata inizia sprintosa. Sveglia all’alba, una breve camminata verso il molo dell’hotel, e poi via su una barca verso le Isole Ballestas. Anzi no. Perché pochi giorni prima c’è stato un brutto terremoto, e quindi non possiamo andare troppo al largo. È ancora attivo l’allerta Tsunami. Quindi iniziamo a navigare lungo costa, vedendo dei fenicotteri, ai quali però un pochino siamo abituati. Il mare, anzi l’oceano, si vede che è grosso. Le onde sono belle alte, l’aria è gelida e ci sbatte in faccia alla grande. Per fortuna sapevamo che almeno durante le prime ore ci sarebbe stato freddo, quindi ci siamo bardati in modo appropriato. Scattiamo subito una serie di foto alle numerose specie di volatili che in alcuni casi sembra quasi si mettano in posa!
Sfiorando il Deserto di Atacama
Lungo costa vediamo le ultime propaggini del mitico deserto di Atacama. È chiaro che il clima è decisamente secco. Il colore predominante è il marrone della sabbia, che a vederla da qui sembra pietrificata, ferma nella stessa posizione da millenni, immune al vento e alle intemperie.
Il Candelabro
È grazie a questo clima particolare che è giunta fino a noi un’opera molto particolare. Il Perù è la nazione dove si trovano i geoglifi più famosi al mondo, su tutti le linee di Nazca. Personalmente però non ero a conoscenza di questo bellissimo geoglifo che si trova sul mare. Dalla nostra imbarcazione abbiamo potuto ammirare la sua enorme figura tracciata sul fianco di una collina che digrada verso il mare. Candelabro è il nome che gli hanno assegnato gli spagnoli. In realtà la civiltà che lo ha concepito e tracciato voleva rappresentare un cactus lisergico, collegato alla propria religione e a delle pratiche chirurgiche estreme (operazioni a cranio aperto).
Imbecilli internazionali
Alcuni imbecilli hanno parzialmente rovinato la collina facendo quad a fianco alla figura, ma la vista del “Candelabro” giustifica già da sola la levataccia e il freddo che abbiamo patito finora.
La fauna della Isole Ballestas
Continuando la navigazione vediamo un arco naturale di grandi dimensioni, sospeso sull’oceano, e iniziamo ad incontrare i primi leoni marini, che sono davvero imponenti e rumorosi.
Finalmente le Isole Ballestas
Mentre stiamo stiamo già rientrando alla base, le autorità marittime autorizzano la visita alle Isole Ballestas. Facciamo una veloce inversione e ci dirigiamo verso queste isole che hanno una storia tutta particolare.
Isole Ballestas: il paradiso degli uccelli
Si tratta di isole abitate da molte specie di uccelli, e completamente coperte di guano, tanto che erano di fatto la più importante “cava di guano” di tutto il Perù. Su di esse lavoravano dei forzati, e in tantissimi sono morti su queste isole a causa di questo infame lavoro. Però dal punto di vista naturalistico sono una sorta di gioiello, e le foto non rendono merito alla biodiversità (e neppure alla puzza…) che abbiamo potuto ammirare.
Alla volta di Nazca
Dopo questa lunga navigazione, torniamo all’hotel per muoverci alla volta di Nazca. Sono poco più di 200 km che segneranno anche il nostro primissimo approccio con l’altura. Il viaggio infatti è stato studiato per evitare di passare da zero a 5000 metri di colpo, onde evitare stress troppo forti al nostro povero fisico di persone che vivono a 100 metri dal mare. Beh, da Paracas a Nazca non sentiamo tutta questa gran differenza, almeno a livello conscio.
Lungo strada: Palpa
Lungo la strada attraversiamo il distretto di Palpa, altro luogo dove sono presenti dei geoglifi, ma meno famosi e credo ancora in fase di “scoperta”.
Si vola?? NO!
Giunti a Nazca andiamo direttamente verso la pista dalla quale partono i piccoli aerei che useremo per sorvolare le mitiche linee. Un sogno che ci portiamo dietro fin da quando siamo bambini, e ora siamo qui. La pista è affollata di piccoli aerei, tutti fermi. C’è un bel vento, niente di particolare, ma sembra rinforzare di momento in momento. In ogni caso procediamo alla “pesata”. Tutti i passeggeri vengono infatti pesati, e in base al peso viene decisa la loro posizione all’interno del velivolo. Il sorvolo costa 200 dollari a persona. Usciamo dalla sala d’attesa del piccolo aeroporto, e attendiamo istruzioni. Che però non arrivano. Stasera, come spesso succede, non si volerà. C’è troppo vento e quindi è meglio evitare per questioni legate alla sicurezza e alla visibilità. Un vero peccato. Ritenteremo domani mattina.
Visitiamo Nazca
Andiamo nel piccolo paesino di Nazca. Visitiamo una fabbrica di ceramiche, e poi prendiamo possesso della nostra stanza in un hotel tutto carino, anche se non paragonabile ai due precedenti, essendo molto più rustico. Si sviluppa attorno ad una enorme piscina centrale, sulla quale affacciano tutte le stanze.
Il mercato e Maria Reiche
È ancora presto, quindi andiamo in giro per la cittadina, visitando un mercato molto colorato, dove dei bambini giocano a rincorrersi fra i banchi della frutta e della carne e ci studiano curiosi. Vediamo anche un bel giardino pubblico in una delle piazze. Facciamo la nostra prima conoscenza con un personaggio che qui in città è venerato: Maria Reiche, che col suo lavoro ha letteralmente portato alla luce le linee di Nazca. Ceniamo in un localino piccolo, dove bevo una interessante birra locale. Sarà una notte di attesa fremente per il sorvolo, che sarà domani o non avverrà affatto!