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Mandalay

Mandalay - Monaci in fila per ricevere i doni dei pellegrini

Mandalay - Monaci in fila per ricevere i doni dei pellegrini

Mandalay: Visita al monastero


Passiamo tutta la giornata alla scoperta di Mandalay. In prima mattinata ci rechiamo al Gandayon Monastery (il nome in birmano si scrive così: မော်ကျွန်းကျောင်း) composto da un complesso di stabili relativamente moderni, molto attivo. All’ingresso di questa struttura composita visitiamo delle enormi cucine, dove arrivano su moto carrozzelle le derrate alimentari donate al monastero e alcune persone preparano le pietanze per il pranzo dei tantissimi monaci che affollano il compendio.

Mandalay: la quotidianità dei monaci


Le stanze nelle quali vivono, pregano e dormono sono fatte di legno. Attorno ad esse si sviluppa la loro quotidianità, fatta di gesti semplici e comuni. Li vediamo mentre si lavano all’aperto, o fanno la fila per le vaccinazioni con una pazienza infinita.

La distribuzione del cibo


Un rito che colpisce molto è quello della distribuzione del cibo da parte dei fedeli. Mentre i monaci si dispongono ordinatamente e silenziosamente su due file, una chiassosa folla composta sia da birmani che da turisti si accalca lungo il percorso che porta alle sale mensa senza rispetto per la loro regola e per la loro intima religiosità. I monaci recano con se ognuno la propria gavetta, e procedono con passo ritmico verso il luogo dove pranzeranno, mentre la folla ai lati gli rifila leccornie di ogni genere, che i monaci spesso rifiutano con un cenno del capo o accettano quasi sovrappensiero guardando per terra. Uno spettacolo che ipnotizza.

Mandalay: U-bein bridge

Lasciato il monastero မော်ကျွန်းကျောင်း andiamo a vedere il famoso U-bein bridge, il ponte fatto in teak. Affollato in modo incredibile c’è un via vai incredibile, e mi pare di correre il rischio di finire in acqua, preferiamo vederlo in tranquillità entrando in una struttura in legno a margine del ponte, che è un bel colpo d’occhio! In ogni caso non ci perdiamo troppo tempo, preferendo mescolarci ai birmani che nella via che conduce al ponte fanno i loro acquisti, e devo dire che i prezzi sono davvero minimi e vi si può anche mangiare un pò di tutto!

Mandalay: Tempio Mahamuni


A questo punto la giornata sconfina nel mito. Nel senso che andiamo a visitare il Tempio Mahamuni. Al suo interno si trova una statua di Buddha che ne riproduce le fattezze storiche, nel senso che è certamente l’unica presente in Birmania realizzata quando il Buddha era ancora in vita, e pare che di immagini di questo genere al mondo ne esistano soltanto cinque. L’affollamento dentro il tempio è notevole anche in ragione della venerazione che si ha di questa immagine tanto particolare e rara.

Il simulacro


La tradizione vuole che i fedeli (solo gli uomini) lo tocchino e chiedano un favore arricchendolo con una lamina sottilissima d’oro che è possibile acquistare all’ingresso sud della stanza dove è custodito il simulacro.
Decido di acquistare quindi una la lamina di questa foglia d’oro che costa pochissimo e viene venuta in un gabbiotto dentro il tempio. Si tratta di due o tre foglie separate da un sottile strato di carta velina.

La mia esperienza da… fedele


Superato il limite della zona consentita alle a uomini e donne e mi introduco nella zona limitata al seguito dei fedeli su una scaletta che conduce al soppalco dove si trova questa statua imponente e parzialmente deformata dalle mole delle lamine d’oro sovrapposte.
Appiccico le mie lamine su quelle già presenti donandole al Buddha, gli chiedo mentalmente (in sussinku, la mia lingua natia) un paio di favori. L’oro si adagia sull’oro ma alcuni dei fedeli non riescono in questa operazione e le loro lamine o parti di esse, quasi come fossero polvere svolazzano riempiendo le loro mani e… i miei piedi. Passo davanti all’imponente statua, e proseguo verso una scaletta discendente e un pò traballante. Pochi secondi, ma molti intensi in un Nirvana dorato.

La mia lamina d'oro, con tanto di ricevuta e certificazione
La mia lamina d’oro, con tanto di ricevuta e certificazione

Mandalay: Pranzo al Golden Duck


Andati via ci rechiamo per pranzo in un ristorante chiamato “Golden Duck” dove mangiamo dei gamberetti fritti e dell’anatra ottimi. Inizia oggi la nostra esperienza sul fiume. Dopo aver visitato una fabbrica di stoffe dove il suono ritmico dei telai sembra quello di cicale nel caldo dell’estate, vista anche la temperatura dentro la fabbrica che sfiora i 40 gradi, ci dirigiamo verso il fiume.

Mingun Pahtodawgyi e Mia Thein Tan Pagoda


Con un battello andiamo a vedere l’imponente Mingun Pahtodawgyi che inizialmente mi sembra una conformazione naturale vista la mole impressionante, e poi la Mia Thein Tan Pagoda che sembra fatta di tuorli d’uovo e zucchero a velo, bianchissima e abbagliante. Nel breve percorso tra i due siti religiosi siamo circondati da venditrici di ventagli insistenti come un arabo nella sua medina. E’ il segno palese che in questa parte della Birmania sono più abituati ai turisti. La cosa non ci crea troppo disturbo. Inoltre suono la campana più grande del mondo, e non è cosa che si possa fare tutti i giorni!

Mandalay: ritorno all’hotel e cena


Torniamo col battello verso gli approdi del fiume e di li verso l’hotel per una doccia veloce. Ceniamo in un locale alla moda, dove mangiamo benissimo e in abbondanza. Bevo due birre e scopro che ci sono alternative alla Myanmar e alla Mandalay, ma sono difficili da trovare.
Al rientro in hotel assaggio coi compagni di viaggio il Mandalay Rum. Personalmente lo trovo pessimo.

Immagine omaggio

Selezionando le immagini ho ritrovato uno scatto di un uomo che tiene in braccio un bambino. La posto perché è stato bellissimo assistere ai loro giochi in acqua. Il bambino tuffava dalle braccia dell’adulto, e ritornava nuotando verso di lui per essere lanciato di nuovo. Il gioco più antico del Mondo, fatto con un bellissimo sorriso sulle labbra.

In posa
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