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Kyoto

La folla c'è ma non si vede (troppo)

La folla c'è ma non si vede (troppo)

Kyoto: Colazione marziale

Grande classico di tante note di viaggio: parlo della colazione a Kyoto. In realtà non dovrei farlo, perché anche in questo caso non ho scattato foto a supporto del post, ma questa colazione la ricordo più che bene perché è stata davvero folle. Ci prepariamo, prendiamo l’ascensore e andiamo al pian terreno dell’ Hotel new Hankyu qualche minuto prima dell’orario indicato per l’apertura della sala. All’ingresso si è formata una discreta fila di europei.

Immagine di repertorio al posto della foto della colazione
Immagine di repertorio al posto della foto della colazione

Attendiamo le 07:00

Non ci fanno entrare perché non sono esattamente le sette in punto. Ci sta, li capisco. Alle 07:00:00 gli addetti dell’hotel aprono il cordoncino, controllano che davvero siamo ospiti dell’hotel e ci consentono di sederci dove meglio crediamo. La sala è abbastanza grande, molto ben illuminata e pulita. Dei lunghi tavoli sono apparecchiati con ogni ben di Dio. Ognuno di noi prende il suo vassoio e tutti iniziamo a gironzolare per la sala scegliendo questa o quella pietanza.

Arrivano i giapponesi!

Tutto fila liscio finché ad un certo punto arriva un gruppo di giapponesi. Credo una trentina o quarantina di persone, che invece di utilizzare il metodo random degli europei, si mettono in fila lungo i tavoli, come in una specie di ballo di gruppo con regole marziali. Non una fila per singola pietanza, ma una fila per il cibo in generale. Questo comporta che se una persona intende prendere il piatto posto alla fine di tutte le postazioni imbandite, deve comunque fare tutta la fila. È capitato ad esempio che si sia svuotato il vassoio con la frittata e così, come se fosse una cosa normale, TUTTA la fila è rimasta ferma finché il vassoio non è stato rimpiazzato. Una follia, ma affascinante da osservare, anche perché io comunque mi ero già servito prima. Quale è la morale di questo racconto? Alzatevi presto, e fate colazione prima che arrivino i giapponesi!!

Kyoto: il Castello di Nijo

Superata senza grossi traumi la fase della colazione, usciamo dall’hotel e col pullman ci dirigiamo verso il Castello di Nijo. La giornata è uggiosa. Pioviggina in modo continuativo, ma siamo muniti di ombrelli che abbiamo acquistato fin dal primo piovoso giorno a Tokyo. Come ogni castello che si rispetti (almeno per come li immaginavo da bambino) il Castello di Nijo è circondato da un fossato bello largo, nel quale non nuotano dei temibili coccodrilli ma delle carpe di dimensioni ragguardevoli. 

Dentro le mura

Passiamo su un ponte (fisso… non un ponte levatoio) ed entriamo in un cortile verde con degli specchi d’acqua artificiali, dove ogni masso e ogni pianta sono posizionati per il godimento della vista e dei sensi. Il rumore della pioggia che batte sulla tela degli ombrelli ci isola l’uno dall’altro e ci consente di godere ancora meglio di questo luogo di pace e riflessione. Nonostante ci siano molte persone sembra quasi di vivere una situazione intima, e non è difficile immedesimarsi negli originali abitanti di questa fortezza che avevano la possibilità di godere di questo magnifico spettacolo quotidianamente.

Il mitico Fushimi Inari

La tappa successiva è il famosissimo Fushimi Inari. Arriviamo che ha appena smesso di piovere, e ci godiamo il complesso con tranquillità, immersi nel verde della natura e nell’arancione squillante delle strutture. Facciamo una bella passeggiata e tantissime foto sotto la serie infinita di torii, tutti recanti scritte che ricordano chi ha donato quello specifico torii. È davvero affollatissimo, ma nonostante tutto è possibile fare delle foto dove pare di essere da soli, basta avere un attenzione e pazienza. Immagino però che per le foto degli influencer abbiano chiuso un tratto almeno temporaneamente, perché credo che il Fushimi Inari vuoti sia una rarità della quale abbiano potuto godere solo i giapponesi nel periodo di quarantena diffusa.

La pioggia comunque è dietro l’angolo, ma stavolta non nella sua forma più delicata e poetica. Un violento acquazzone si abbatte su di noi, un classico monsone che ci costringe a trovare riparo a margine di un enorme tempio. Speriamo che spiova, e resistiamo alle raffiche d’acqua per una decina di minuti. Quando appare chiaro che non finirà così presto decidiamo di tentare la sortita verso il pullman, che fortunatamente è a poca distanza.

Visita al Kinkakuji (tempio del padiglione d’oro)

Lasciato il FushimiInari ci rechiamo in un luogo che potrebbe essere stato soltanto un sogno. Il Kinkakuji (Tempio del padiglione d’oro) è un magnifico tempio dorato che pare levitare sulle acque. A vederlo non sembra vero.  La stradina sterrata che  conduce al tempio costeggia questo lago e consente di vedere anche alcuni pesci imponenti che attendono che qualcuno gli lanci del cibo dalle rive. Da qualunque lato si guardi la struttura l’impressione è sempre notevole, perché sembra galleggiare sull’acqua ed essere sospesa in un tempo che non è esattamente il presente. Sempre lungo il percorso, giusto appena oltre il padiglione d’oro, notiamo che moltissimi tra giapponesi e turisti si affollano in un punto specifico per lanciare delle monetine verso  una sorta di recipiente di pietra, sperando di fare centro perché pare porti  fortuna. Io e la mia compagna facciamo centro al primo tentativo!!

Safari in sala giochi

La nostra fortuna consiste nel fatto di essere in questa terra meravigliosa, e di poter gustare poco dopo la visita al Kinkakuji un favoloso ramen in un centro commerciale abbastanza noto, nel quale subito dopo aver pranzato facciamo una bella escursione alla ricerca di libri e un… “safari” dentro un’affollatissima sala giochi. Che è qualcosa di ulteriore rispetto ad ogni mia più spinta immaginazione. È affollata di ragazzi e uomini che giocano immersi nel rumore più totale, chi suona i tamburi, chi è alla prese con i classici cabinati e chi invece è  rinchiuso all’interno di una vera e propria stanza/cabinato. In questa sala c’è davvero di tutto, qualunque genere di gioco abbia mai visto in una sala giochi o in una fiera è presente (moltissimi in realtà li vedo per la prima volta), e i giocatori sono immersi in un mondo dei balocchi.  Davvero molto interessante, ma anche estraniante.

Kyoto: Immersi nella pace del Kodai-Ji

Riprendiamo il nostro viaggio recandoci al  RyozenKannon. O meglio, al parcheggio del RyozenKannon, che sta già chiudendo. Vediamo l’enorme statua  del Buddha dal parcheggio e anche dal percorso all’interno del tempio a fianco, il Kodai-ji, immerso nel suo giardino di tranquillità. I giardini giapponesi si confermano sempre formidabili oasi di pace. E questo devo dire che è davvero enorme, e ogni pianta è curata singolarmente e sembra quasi disegnata apposta per fare da cornice a dei laghetti che si susseguono lungo il percorso. E poi… i cimiteri giapponesi, specie quando sono realizzati in questi luoghi… quanto sono belli?

A spasso per Sannenzaka e Ninenzaka

Kyoto è davvero una città splendida, ricca di opportunità per chiunque  ami viaggiare e vivere i luoghi che visita. Basta girare l’angolo per ritrovarsi nel passato! Siamo infatti a ridosso di Sannenzaka e Ninenzaka, e quindi ci lanciamo alla scoperta dell’antica Kyoto. Una distesa di tetti scuri è spezzata da stradine che si inerpicano e scendono fra dei magnifici negozietti che rubano l’anima anche al più imperturbabile dei passanti. Il clima si è finalmente rasserenato e la temperatura è diventata perfetta per una passeggiata. Lungo le vie vediamo tantissime ragazze vestite col Kimono, ma si tratta chiaramente di turiste e non delle vere dive della città: le geishe. La differenza, che in questo momento ci pare sfumata diventerà chiarissima appena avremo la fortuna di vederne una… ma questa è un’altra storia!

Cena sotto la Torre di Kyoto

Ritornati in hotel non possiamo certo riposare. Decidiamo di fare un ampio tour del centro commerciale posto immediatamente sotto la torre di Kyoto. Vi si trova davvero di tutto, dalla tecnologia al cibo. In particolare attrae la mia attenzione la maniacale cura per la disposizione e l’imballaggio della frutta, e anche i costi che sono discretamente alti (anche se non sono i più alti che ho visto durante il viaggio). È qui che ceniamo prima di poterci dire soddisfatti e di tornare i camera pronti per la prossima giornata di avventure giapponesi.