Dal lago Inle a Mandalay: iniziamo con una bella colazione!
L’incanto del lago Inle, e la magia delle sue luci, si presentano fin da subito in questa struttura magnifica. Fare colazione al Sanctum Inle Resort con questa luce arricchita dai riflessi del lago è impagabile, anche se i ritmi della cucina sono troppo blandi per chi come noi deve aggredire una nazione così grande, bella e interessante in pochi giorni. Oggi viaggeremo dal lago Inle a Mandalay!
La vita sul lago Inle
Riprendiamo le lance dal piccolo approdo dell’albergo e ci troviamo sospinti a velocità impensabili sulla superficie del lago, incontrando i famosi pescatori con le nasse che spopolano su internet e sui social. Sono davvero bellissimi da vedere, ma sono anche altrettanto… finti. La pesca tradizionale non esiste più. Le metodologie sono cambiate e non poteva essere altrimenti. I pescatori che si vedono, e che si prestano dietro il pagamento di piccole somme a farsi fotografare. a quanto apprendo sono pagati dal governo per continuare questa storica tradizione. Di sicuro anche un fotografo schiappa come me con questo scenario e con questi soggetti può fare bella figura.
Dal lago Inle a Mandalay: la fabbrica di fili di loto
Giungiamo ad un complesso di palafitte nel quale si fabbricano dei preziosissimi fili di loto. Il lavoro è davvero artigianale, molte donne e qualche uomo si alternano ai vari telai per realizzare le longine tipiche al suono costante e ritmato dei telai. E viene fatto tutto a mano. I gatti corrono sui ponticelli che uniscono i caseggiati galleggianti. Qualcuno del gruppo compra, io guardo con molto interesse le fasi della lavorazione, ma senza troppo entusiasmo gli oggetti finiti. Durante i viaggi non amo acquistare souvenir.
Shwe Inn Dein Pagoda
Ripartiamo sulle nostre veloci imbarcazioni per andare a visitare la Shwe Inn Dein Pagoda.
Si raggiunge percorrendo un lungo colonnato coperto sotto il quale alcuni artigiani lavorano e vendono i loro lavori, anche se non mancano le bancarelle di semplici venditori non artigiani. In questo luogo compriamo un bellissimo disegno fatto a mano su foglio di palma. Superato il colonnato si entra in un vero labirinto di stupa perlopiù decadenti e il luogo è davvero affascinante. Delle donne volontarie puliscono le erbacce che crescono lungo le viuzze che separano le costruzioni. Nascosto da queste centinaia di stupa, si scorge un tempio principale. All’interno del tempio, non molto dissimile per forma e contenuto da altri tempi che abbiamo già visto e che vedremo in seguito, c’è una piccola porzione, una cappelletta con la statua del Buddha che può essere visitata solo dagli uomini.
Pranzi birmani
Tutto ciò che mangio ha un vago sentore di coriandolo. In ogni caso non posso lamentarmi anche se odio questo sentore, mangio poco ma sono comunque soddisfatto. Di tutto il sud est asiatico la Birmania è la nazione dove ho più difficoltà a mangiare. La loro cucina non si è ancora adeguata ai palati dei turisti. E ritengo che questo sia un bene. Se vogliamo trovare autenticità, questo è uno degli aspetti ai quali andremo incontro!
Direzione aeroporto: il Monastero Shwe Yan Pyay
Riprese le lance, e poi il pullman, lungo la strada per l’aeroporto ci fermiamo in un monastero molto particolare chiamato Shwe Yan Pyay. All’interno del monastero, tanto brutto fuori (è completamente arrugginito… ma la forma e i grandi finestroni sono molto interessanti) quanto bello e luminoso all’interno, la luce che filtra dai finestroni rotondi passa attraverso dei vetri colorati e illumina dei monaci bambini che, sdraiati per terra, fanno i compiti su dei piccoli quaderni. Facciamo silenzioso tour della grande stanza, e poi ci avviamo verso l’esterno.
In volo verso Mandalay
Ci rechiamo in aeroporto dove nell’attesa della partenza acquistiamo un ottimo tè locale, e aspettiamo l’ennesimo aereo a elica in ritardo parlando di politica con i compagni di viaggio. In aereo non capito a fianco alla mia compagna, ma sto seduto a fianco ad un ragazzo giapponese con quale non scambio parola perché mentre io prendo qualche appunto sulla giornata lui è immerso nelle sue cuffie. forse entrambi vogliamo solo evitare l’imbarazzo di chiacchierare. ogni tanto capita che si voglia stare per conto proprio! Il volo è brevissimo: 25 minuti, ma durante la percorrenza viene offerta ai passeggeri una incredibile caramella… alla pizza! Mentre scendiamo di quota per avvicinarci all’aeroporto di Mandalay noto inizialmente il “solito” spettacolo di appezzamenti di terreno più o meno inondati di acqua, e poi una treccia di fiumi e laghi particolarmente affascinanti da vedere da questa quota.
Arrivo a Mandalay
Arriviamo che imbrunisce e pioviggina. In Myanmar in realtà pare non esserci una via di mezzo tra il giorno e la notte. Nel breve volgere di pochi minuti si passa dalla luce al buio, senza un momento nel quale si possa pensare che sta tramontando. L’albergo che ci ospita mi piace, le sale comuni sono arredate con gusto, la cena è molto buona. Al buffet c’è un pò di tutto, compreso il sushi che mangio di gusto (a tutt’ora uno dei migliori che io abbia mangiato). I camerieri di questo hotel sono giovani e più abituati ai turisti, con i quali interagiscono con molta confidenza, cosa quasi inimmaginabile nelle strutture alberghiere più a nord. Le stanze sono spaziose ma la doccia è “inclusa” nella vasca da bagno… e la cosa non mi piace troppo. Nel bagno di una camera d’albergo infatti la prima cosa che guardo è proprio la doccia, e quando devo stare in piedi nella vasca da bagno per lavarmi ci rimango male! Ammetto però che ha un bel getto potente in grado di consolarmi dopo una ennesima giornata di spostamenti.
Nota a margine e… foto (quasi) a caso
Nota a margine, a fine serata: Confermo l’impressione avuta nei giorni precedenti: In Birmania il traffico non è mai eccessivo, anzi è molto regolare ma lento. Pare che i nostri autisti rispettino tutti i limiti prescritti. Le strade sono quasi sgombre, le auto pochissime per via delle tasse che vengono applicate sull’acquisto. Apprendo che anche una piccola utilitaria arrivi a costare circa 300 mila euro! Che sia questa la via per una decrescita felice del traffico nelle nostre città?