Obiettivo: Lago Inle – Partenza!
Sveglia, colazione e partenza espressa da Keng Tung verso Tachileik per raggiungere l’aeroporto. Oggi ripartiamo in direzione del Lago Inle! Per farlo in pratica ripercorriamo la strada a ritroso rispetto a quella che ci ha condotti fin qui dalla Thailandia un paio di giorni fa. Il viaggio è discretamente lungo, ma adoriamo i viaggi in pullman e in treno, che danno sempre la possibilità di prendere qualche appunto e di fare lunghe riflessioni. Ci rendiamo subito conto che in Birmania le strade sono fatte per chi ci cammina o pascola i buoi, e non per le auto o i pulmini, che le percorrono con deferenza e attenzione.
Imprevisti che arricchiscono il viaggio: Sosta imprevista in un mercato locale
Complessivamente non ci sono molte auto e non sono tantissimi neppure i motorini, che invece infestano le strade degli altri paesi dell’Indocina. Abbondano invece i buoi e le bufale d’acqua, e sono molto numerosi i monaci che al mattino chiedono l’elemosina lungo le direttrici principali dello scarno sistema viario birmano. Uno strano inconveniente (un collega di viaggio ha scordato una valigia in hotel) ci costringe dopo non pochi chilometri ad una imprevista e interessante sosta in un mercatino nel quale siamo noi l’attrazione principale. Mentre uno dei pulmini viaggia a tutta velocità per recuperare le camicie scordate a Keng Tung, noi camminiamo a bordo strada coi bambini in divisa che a piedi vanno verso la scuola, e percorriamo le viuzze sterrate fra le bancarelle. In questo mercato si vendono cose di uso quotidiano, e la carne e il pesce sono esposti all’aria, senza nulla che li protegga, anche se devo ammettere che hanno un aspetto molto invitante. C’è tanta verdura, frutta di vario genere e anche animali vivi che attendono più o meno inconsapevoli la loro sorte. I commercianti e i bambini ci guardano incuriositi. E non può essere altrimenti, visto che di certo turisti in generale non è che se ne vedano molti da queste parti. I bambini sono tutti o quasi in divisa, e si dirigono verso le scuole coi loro visi pittati di giallo e le gonne verdi. In questo mercato vediamo per la prima volta delle monache, intente a fare la spesa. Sono abbastanza giovani, sorridenti nei loro abiti rosa.
Verso l’Aeroporto di Tachileik
Dopo circa 30 minuti passati a girare fra le bancarelle riprendiamo la strada per l’aeroporto ascoltando un pò di musica mentre guardiamo fuori dal finestrino. Superiamo un paio di posti di blocco e per poi arrivare in un piccolo aeroporto. La Birmania è davvero enorme e le strade non sono poi così facili da percorrere. Gli spostamenti in aereo sono frequenti, e sono quindi molto diffusi questi piccoli aeroporti fatti di una pista in cemento o asfalto, e gli spazi minimi per contenere un centinaio di passeggeri e qualche negozietto di servizio.
Pranzo e decollo!
Prima del decollo mangiamo degli spaghetti fritti arricchiti di carne di maiale e pollo che sono davvero ottimi, una delle migliori cose mangiate finora. Anche perché vengono cucinati nel retrobottega, in padelloni enormi da alcune signore che sanno palesemente il fatto loro. Tra le altre cose il locale offre anche delle sigarette agli avventori, che possono prenderle e fumare affacciati alle finestre. Quanta civiltà! I controlli aeroportuali sono poco attenti, e appena oltre il metal detector ci troviamo in una sala abbastanza grande, dove si aspetta l’aereo come si attendeva il pullman in Sardegna quando io ero bambino. Ogni volta che atterra un aereo ci si affaccia tutti in blocco alla vetrata per vedere se è quello giusto. Non so come facciano i birmani a capire quale sia il loro. So solo che devo viaggiare con dei notabili birmani, che inquadro subito e decido di seguire le loro mosse. Dove saliranno loro, saliremo anche noi! Nei negozietti dell’aeroporto si vende di tutto, dalla frutta a delle buste di patatine con i manici rinforzati (tanto sono enormi), per arrivare fino a una specie di spaghetti rosa per bambini che credo siano fatti di pesce, visto che nella confezione è disegnato un pesce molto sorridente per quanto informe.
Golden Myanmar: Che figata!
L’aereo è un ATR72 della Golden Myanmar, che con le sue famose eliche fa scricchiolare subito il coraggio dei più impavidi. A scanso di equivoci: mi è stato spiegato che questi aerei sono particolarmente diffusi nei paesi in via di sviluppo in quanto le riparazioni sono tecnicamente abbastanza semplici, e i pezzi di ricambio si trovano agevolmente e a prezzi accettabili. In effetti l’aereo è, sia esternamente che all’interno, in perfette condizioni. E quando dico perfette intendo che è tutto al suo posto, pulitissimo e almeno all’apparenza nuovo. Inoltre le hostess sono belle come quelle che vedevo nei telefilm degli anni ’80, parlano un inglese perfetto, ci servono durante il volo un buonissimo dolce (in una scatola dal package da 10 e lode), delle bibite, e ci stupiscono infine con una caramella a fine dessert, che viene servita da un cestino dal quale ognuno dei passeggeri può attingere. Con questo tocco di classe inaspettato la Golden Myanmar balza in vetta alla classifica delle nostre compagnie aeree dei sogni!
Il Lago Inle e il Monastero Nga Phe Kyaung
Sbarchiamo nell’aeroporto di Heho, e facciamo un lungo tratto in pullman verso il lago Inle. Giunti ad una stazione d’imbarco, ci accomodiamo con un pò di trepidazione ma nessuna difficoltà eccessiva su delle lance a motore a gruppi di 4 persone (più il pilota) e navighiamo verso il monastero Nga Phe Kyaung famoso oltre per il fatto che è costruito sul lago, dal quale spicca per mezzo di una serie di palafitte, anche per i suoi gatti ammaestrati. Il monastero è davvero interessante, anche se a vederlo dall’esterno mentre si arriva non è certamente bellissimo, essendo fatto di lamiere.
L’interno del Monastero
L’interno è bello, rilassante anche per il fatto che come per tutti i luoghi sacri ci si deve togliere le scarpe e il contatto dei piedi col pavimento rilassa naturalmente. I monaci, intenti nelle loro faccende non badano troppo a noi. I gatti, ben lungi dall’essere ammaestrati ci schivano alla grande, come è giusto che sia per un felino degno di questo nome. Dopo una sosta abbastanza lunga in questo luogo di pace e meditazione, nel quale impregniamo le nostre anime di spiritualità scordando le fatiche del viaggio, montiamo di nuovo sulle lance.
Nel mentre il tempo è peggiorato notevolmente, e noi indossiamo preventivamente i nostri fidi impermeabili. Il lago è magnifico. Raramente ho visto un luogo così bello. Sconfinato, si estende a perdita d’occhio, circondato da colline verdissime e da una serie di pagode che si innalzano dorate verso il cielo in un contesto mozzafiato. Incontriamo i famosi pescatori equilibristi, e ne vedremo molti di più domani, che pescano ancora con le antiche nasse… ma in realtà scopriamo che sono tutte balle, sono pagati dallo Stato per farsi fotografare dai turisti. Ma ciò non toglie che siano molto coreografici e folkloristici. I veri pescatori utilizzano tecniche più moderne e hanno normalmente magliette di squadre di calcio europee.
Esperienza mistica sul Lago Inle
Piove. Piove sempre di più. E la velocità delle lance a motore pare aumentare l’intensità della pioggia che schiaffeggia le nostre facce esposte al vento. Ma io sono invaso da tanta bellezza e non sono mai stato così cosciente di essere felice in vita mia. Una sensazione magnifica. Ci addentriamo in un intrico di viuzze d’acqua, lasciando gli spazi aperti del lago, e ci troviamo circondati da orti galleggianti, nei quali dei contadini acquatici coltivano dei bellissimi (e scopriremo poi anche buonissimi) pomodori. Lunghi filari di frutti verdi e rossi, come se fosse una campagna qualsiasi ma sospesa sull’acqua, col contadino che esegue la raccolta dalla sua lancia invece che con le ginocchia per terra.
Il mondo pare essere sottosopra sul lago Inle. Non c’è soluzione di continuità tra cielo e lago. Solo il rumore del motore ci impedisce di perdere contatto con la realtà. Poi improvvisamente si apre di nuovo uno scorcio più ampio del lago, più vicino alla riva. Il pilota della nostra imbarcazione spegne il motore, lasciando che sia l’inerzia a spingerci verso il molo, e noi veniamo sommersi da un silenzio surreale, interrotto solo dallo sciabordio della acque lungo la fiancata della barca mentre ammiriamo il riflesso di verde dei maestosi alberi sulle acque scure del lago.
Il Sanctum Inle Resort
L’albergo è magnifico in tutte le sue parti comuni, e le stanze bellissime. Forse per la prima volta da quando è iniziato il viaggio entriamo davvero in confidenza con tutti i compagni di viaggio, e inizia a crearsi un clima di gruppo molto piacevole. Dormiamo benissimo, stanchi per il lungo viaggio e le tantissime emozioni.