In volo dalla Sardegna al Giappone: Partenza da Alghero Fertilia
Il grande classico quando partiamo per un viaggio è la sveglia alle 4 del mattino. A prescindere dalla destinazione finale, e quindi anche per volare dalla Sardegna al Giappone, dobbiamo sempre imbarcarci per un volo preliminare che ci conduce da Alghero a Milano (almeno in questo caso… di solito facciamo scalo a Roma). La partenza da Alghero Fertilia è puntuale. Abituati come siamo a viaggiare con compagnie low cost ci colpisce lo spazio immenso tra le poltroncine di questo volo Alitalia. Per “colazione” ci viene servito del succo di arancia rossa e dei biscottini, i mitici “frolletti all’arancia”. Lo steward mi piace: molto scrupoloso, attendo, sorridente, ma fermo sul fatto che non si possono usare le cuffie in volo: “ne va della sua sicurezza… ogni secondo è prezioso”. Grande!
Milano Malpensa
L’aeroporto di Milano mi piace molto meno di quello di Roma. Forse per il fatto che Linate è chiuso, risulta sovraffollato. C’è gente ovunque e si respira un’atmosfera tesa. Inoltre non capisco la scelta di installare le prese per i telefoni a pochi centimetri dal pavimento e senza possibilità di appoggio. Scomodissime! Molte persone si sdraiano a terra per usarle. Non è un bello spettacolo. L’atmosfera tesa mi coinvolge quando scopro che non sarò seduto di fianco alla mia compagna durante il volo. La vivo come un’ingiustizia. Il viaggio lo vorrei fare con lei e non con qualche sconosciuto di fianco. Proviamo a convincere la persona al bancone Alitalia a farci sedere uno di fianco all’altra, ma è fermissima nel dire che il volo è pieno, e non si può fare nulla. Avrei gradito un sorriso, ma niente, oggi evidentemente è una giornata di tensione per lei e per i suoi colleghi.
Saliti a bordo succede l’impossibile! Uno steward si rende disponibile ad aiutarci a risolvere. Io sono seduto a fianco a due ragazzi siciliani e una donna giapponese mi preclude il corridoio. La mia compagna nel sedile dietro il mio invece è da sola!!! 4 sedili di libertà! Mi sposto al volo, e abbiamo uno spazio enorme! In pratica siamo in prima classe. Durante il volo guardiamo film, alternando fasi di sonno e veglia come di solito, e cerchiamo di fare qualche sgambata ogni tanto lungo corridoi di persone addormentate.
Finalmente a Narita!
L’aeroporto internazionale di Narita è molto carino, i controlli veloci, il ritiro bagagli ancor di più. È il nostro primo approccio con la puntualità e organizzazione nipponica, ed è un ottimo inizio. Cambiamo i soldi in aeroporto e usciamo a respirare la nostra prima boccata di Giappone. Vedere tutte queste scritte in giapponese, essere qui… è un’emozione indescrivibile.
Personalmente ho sempre sentito un trasporto particolare per il Giappone, ma non sono mai stato uno di quegli appassionati che conoscono tutti i manga o qualsiasi dettaglio della cultura nipponica. Non credevo di provare così tanta emozione allo sbarco, e invece giro per l’aeroporto con gli occhi sbarrati come fossi un bambino. Bene!
Dalla Sardegna al Giappone: A Tokyo in bus!
Per raggiungere Tokyo saliamo su un bellissimo bus che parte da uno stallo posto immediatamente davanti all’uscita dell’aeroporto. Il viaggio verso la città è bestiale. Sul bus c’è molto caldo, inoltre abbiamo sonno arretrato accumulato durante i due voli. Dopo pochi chilometri entro in una sorta di dormiveglia, mi pare quasi di avere delle visioni, ma quando inizio a vedere i palazzi mi riattivo improvvisamente e mi godo la fantastica vista. Fin dalle sue propaggini più periferiche mi rendo conto che Tokyo una città magnifica e mi stupisce il fatto che rispetto alle dimensioni da megalopoli il traffico non sia estremo, è anzi stranamente scorrevole e le auto per strada sono relativamente poche. L’albergo è molto bello, il personale cortese e sorridente, tutto è curato e pulito. La stanza non è enorme ed è in standard Hilton. La doccia è dentro la vasca, cosa che non mi piace ma che capisco sia normale in un luogo dove ogni centimetro di spazio viene sfruttato al massimo. I letti sono separati. Le prese sono la solita rottura asiatica. Non sai mai se funzionano o no e la presa universale si stacca in un attimo. Ho qualche difficoltà a caricare telefono e il Japan Wireless. In ogni modo, buttate un pò a caso le nostre valigie in camera, nonostante il tempo non prometta nulla di buono e siamo davvero stanchi, ci lanciamo in una escursione che vale come primo approccio ad un pezzetto di questa sconfinata città.
Takeshita-dori
Saliamo su un pullman che ci porta da Shinjuku, dove si trova il nostro hotel, verso Takeshita-dori, una delle vie commerciali più popolari di tutta la città. Piove a dirotto, ci fermiamo subito per comprare degli ombrelli e percorriamo questa strada molto particolare ma non particolarmente affollata (forse per via della pioggia) rispetto alle immagini che di esso vedo normalmente sui social o nei vari blog… Infatti appena spiove si riempie alla grande! Vi si vende davvero di tutto e per la prima volta vedo esposti nelle bacheche fuori dai ristoranti i piatti di plastica che rappresentano (molto fedelmente) il cibo venduto nel ristorante che li espone. Sono inoltre famosi i locali dove si possono acquistare le crepes o quelli che vendono oggetti inutili ma ad un prezzo stracciato.
Complessivamente si tratta di una prima esperienza immersiva nel mondo (turistico) giapponese molto interessante. In una atmosfera sognante continuiamo a camminare lungo le vie di Tokyo e, fortunatamente, incrociamo quasi subito un Pandora Store. Si tratta di uno degli appuntamenti fissi dei nostri viaggi, che a me non piace particolarmente rispettare, ma che è d’obbligo per acquistare il charm di riferimento per la nazione che visitiamo.
Dalla Sardegna al Giappone: A spasso per Shibuya
Risolta questa formalità continuiamo a camminare. Andiamo a vedere il quartiere di Shibuya con il suo famoso incrocio e le migliaia di insegne colorate che lasciano davvero stupefatti. Credo sia assolutamente impossibile girare tutto il quartiere in una sola serata. È però possibile acquistare del cibo e delle bevande a prezzi non esorbitanti. L’ultima tappa della giornata la facciamo vicino a un tempio che raggiungiamo dopo aver percorso tutta una serie intricata di viuzze che ospitano decine di minuscoli bar illuminati a malapena da lampadine colorate e frequentati da giapponesi sbronzi. Lungo queste vie non particolarmente pulite e curate si può vedere un volto di Tokyo e del Giappone per me assolutamente inaspettato, ma forse per questo ancor più interessante. E in ogni caso il tempio, Hanazono-ninja Sarine, che raggiungiamo in ora tarda e che quindi troviamo chiuso è bellissimo da vedere anche dall’esterno.
La scalinata e il tempio arancione Il cortile del tempio I simboli del tempio Qui ci si lava le mani Un negozio coperto di insegne luminose Luci a perdita d’occhio Godzilla in vista! I ristoranti espongono i loro piatti… plastificati La città del futuro Insegna multicolore Cosa si mangerà in questo ristorante?
Viaggio al termine della notte giapponese
Torniamo in hotel stremati di stanchezza ma con un’adrenalina in circolo a livelli altissimi. Inoltre abbiamo una discreta fame, e decidiamo quindi di avventurarci nelle vie poste immediatamente dietro il nostro hotel per cercare del cibo caldo da mangiare seduti. Dopo breve ricerca troviamo un piccolo ristorante di ramen. Per la prima volta nella nostra vita ci confrontiamo con una di quelle macchinette poste all’ingresso dei ristoranti giapponesi attraverso le quali è necessario prenotare il proprio piatto e pagarlo. Contro ogni avversa previsione scopriamo che interagire con questi camerieri futuribili è relativamente semplice, e riusciamo in pochi minuti a ottenere due piatti di ottimo ramen. La prima serata in Giappone si conclude quindi nel modo più positivo possibile!
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