47 gradi centigradi, nonostante una debole brezza che sorvola il Bosforo. Una giornata di caldo infernale ma bella, perché sei in una città che non ha eguali al mondo. E noi, in carca di riparo troviamo una vera perla: la Rüstem Paşa Camii.
Dopo aver percorso quell’intrico incasinato che è il bazar egiziano, anche detto bazar delle spezie, dopo aver visto, toccato, assaggiato, barattato e comprato quanto potevi, sbuchi in una viuzza piena di negozietti, quasi fosse ancora dentro il bazar. Con un po’ di attenzione noterai un ingresso buio che conduce ad una delle moschee più intime e belle della città. Non è grandiosa come la Moschea Blu, non è la Yeni Camii col potentissimo richiamo alla preghiera e la sua scalinata dove si assiepano centinaia di turisti sfatti dalla stanchezza.
Io mi sono innamorato di questo luogo, con il suo bel fresco, le colonne del suo porticato, il telone verde e marrone che la separa dal rumore delle vie circostanti, e il religioso silenzio che ti accoglie quando inizi a calcare scalzo il suo prezioso tappeto. Quando torno con la mente a Istanbul sono qui, poggiato ad una fresca colonna, in pausa dal frenetico mondo circostante, immerso nel luccichio delle celesti piastrelle di Iznic.
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