Ho ritrovato i miei appunti (pochini, ma interessanti) sul viaggio in Myanmar. Ho deciso di riordinarli e pubblicarli insieme ad alcune foto, così posso rivivere e condividere uno dei viaggi più belli fra quelli che ho fatto finora. Spero di riuscire a pubblicare tutto il viaggio, suddiviso per giorni, con cadenza bisettimanale. Questa è la prima giornata!
Il viaggio in aereo per raggiungere il nord della Thailandia è stato estenuante. Usciti di casa alle 4 del mattino in direzione Alghero per prendere il primo aereo verso Roma, ripartiti da Fiumicino alla volta di Bangkok, dove arriviamo già stanchissimi. Invece di goderci una delle vie principali di questo magnifico aeroporto (quelle del Savarnabhumi non saprei come chiamarle altrimenti… sono enormi e il numero di negozi è incalcolabile) siamo dovuti andare abbastanza in fretta a fare i nuovi controlli per il volo verso Chiang Rai, rinchiusi all’interno di quello che può essere paragonato ad un aeroporto di provincia dentro quello internazionale. Anche in questo caso riposiamo zero, forse perchè siamo troppo stanchi e abbiamo paura di addormentarci e perdere il volo! All’arrivo a Chiang Rai abbiamo serie difficoltà a stare svegli. Tra l’altro in volo abbiamo mangiato poco e non benissimo. Ma comunque siamo in viaggio, e questo è tutto ciò che conta! Appena fuori dall’aeroporto ci accoglie per accompagnarci verso l’albergo una simpatica guida che parla inglese e thailandese, dal volto molto espressivo (sicuramente più dei nostri volti trasfigurati dal sonno). Nel mini-van che ci conduce lungo queste strane strade per noi senza senso, ci tiene in vita la sola aria condizionata, tipicamente asiatica, e quindi sparata a mille come se fosse vento artico. Sistemate alla bell’e meglio i nostri bagagli in stanza concordiamo di dormire un’oretta per evitare di svenire per strada e riprenderci un minimo. Più o meno ristorati da questo breve riposo decidiamo di fare una passeggiata nella cittadina per vedere un tempio che avevamo segnato durante i nostri “studi” estivi sulle varie guide. In effetti non dista molto dall’hotel, e la passeggiata ci rincuora non poco. Già in piena sindrome da consultazione della mappa, ci dirigiamo verso il tempio raggiungendolo in pochi minuti e prendendo confidenza col fatto che in Thailandia si guida a sinistra. Lungo la strada notiamo, e non potremmo farne altrimenti, i numerosi altarini eretti agli angoli delle vie. Sono dedicati alle varie divinità oppure ai reali della Thailandia (in particolare alla Regina per il suo compleanno).
Il primo tempio che visitiamo è magnifico. Si tratta del Wat Sri Boon Ruang. Di certo distante dalla razionalità lineare europea, si mostra molto colorato e carico come pochi di oro e campanelli. Non vi accediamo perché è chiuso. Quindi non paghi decidiamo di visitarne un altro poco distante, e di lì un altro e un altro ancora, finché non finiamo per girare tutta questa piccola ma interessante città e le sue principali attrazioni.
Fra le altre cose visitiamo un mercato caratteristico, il Kad Luang Chiang Rai Market nel quale, come usuale in Asia, si vende di tutto: oggetti, frutta, pietanze cotte e crude o animali vivi. Mi stupisce un pò che ci sia più pesce che carne, ma è anche vero che siamo sul fiume Kok, affluente del mitico Mekong. Mi colpiscono poi in particolare le tante varietà di funghi e i bellissimi gamberi. Lungo le strade e dentro il mercato scopriamo che i thailandesi sono gentili e sorridenti, abituati alla presenza dei turisti e quindi del tutto naturali. Non ci degnano di troppa attenzione, ma neppure ci snobbano, offrendo sempre un sorriso.
Poco oltre il mercato ci imbattiamo nella torre dell’orologio quando ecco che inizia a piovere.
Dopo aver atteso che spiovesse un pò sotto le tende di alcuni negozietti, decidiamo di tornare in albergo bardati di impermeabile. Non ci ha bagnati la pioggia ma il sudore provocato dalla condensa dentro l’impermeabile! Nei prossimi viaggi in Asia continuerò a portarlo con me, usandolo però solo in situazioni estreme. Tornati in hotel ci godiamo il monsone seduti sotto la veranda. La pioggia spazza delle rigogliosissime aiuole verdi, con piante che conosco per forma, ma incredibili per dimensioni. Tutto è più verde e più grande di ciò che abitualmente conosco. La natura in Asia ha una forza travolgente, emozionante, a tratti commovente. Esiste, bellissima, nonostante gli uomini la maltrattino qui come altrove senza pietà.
Tutto nella struttura che ci ospita è bellissimo. Il The Legend Chiang Rai Boutique River Resort è costruito sulla riva del fiume Kok e rispetta i dettami del feng shui: Una lunga vasca è posizionata davanti alla hall, a sua volta delimitata nella parte posteriore dal fiume che scorre biondo e placido. C’è una piscina a sfioro, una palestra e la sala lettura. Come mio solito non sfrutto nessuno di questi servizi. Ceniamo alla grande scegliendo fra un ricco buffet di ottime pietanze tipiche. Sulle tavole imbandite è presente anche molta cucina italiana, che ovviamente evitiamo. Durante i viaggi mangiamo solo cibo del luogo, salvo casi estremi e a dir poco rari. Un bravissimo chitarrista di smooth jazz viaggia in una dimensione soffusa e parallela creando una bellissima atmosfera estiva, che forse non è esattamente o specificamente thailandese, ma ci rincuora della stanchezza dovuta a tante ore di volo. E poi…. la birra a cena è in offerta! 4 boccali al prezzo di due. Non mi faccio pregare e li bevo uno dopo l’altro, suscitando le risate dei camerieri. Fumo la mia sigaretta dopo tre anni di astinenza sotto una veranda mentre mi godo la pioggia battente in un’aria carica di umidità. Mi faccio prestare un accendino dal cameriere. La sigaretta non mi piace troppo, ma la situazione è magnifica. Torniamo in camera e dormiamo bene su un materasso durissimo sotto un baldacchino con zanzariera. Ma le zanzare non ci sono o almeno non ci pungono. I rospi e gli uccelli creano una rilassante colonna sonora per tutta la notte. Una menzione speciale, perchè mi è rimasta nel cuore, la devo fare per la stanza/doccia. Di fatto si tratta di un locale grande quasi quanto tutto il resto della camera, dove ci si può fare la doccia con il plus di una botte di legno piena di acqua gelida. Durante la doccia, oltre a utilizzare il classico soffione di acqua a temperatura regolabile mi sono gettato addosso litri di acqua fredda, felicissimo di essere in viaggio.
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